Scandalo al secolare evento dedicato alle opere di Wagner.
Da un articolo del giornalista Alberto Mattioli sul quotidiano “La Stampa” il 30 giugno 2016
La lunga estate dei festival musicali è già caldissima. Il primo ghiotto scandalo arriva, manco a dirlo, dalla “verde collina” di Bayreuth. A Bayreuth gli episodi clamorosi non sono mai mancati.
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Però quest’anno sembra che i Wagner non c’entrino. La notizia è clamorosa: oggi, con un secco, laconico e reticente comunicato, è stato annunciato che il direttore lettone Andris Nelsons, 37 anni, rinuncia a dirigere il nuovo “Parsifal” che il 25 luglio inaugurerà il festival.
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La bomba è subito esplosa sulle home page di tutti i quotidiani tedeschi e non solo.
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Il comunicato informa il mondo che «avendo un approccio differente a varie questioni, quest’anno l’atmosfera al festival di Bayreuth non si è sviluppata in una maniera vicendevolmente confortevole per tutte le parti». Una frase del genere è probabilmente destinata a stabilire il nuovo record mondiale di eufemismo; tradotta, significa in pratica che Nelsons ha litigato con qualcuno.
Prima ipotesi (acqua, acqua) è che ci siano stati dei contrasti con il regista del “Parsifal”, Uwe Eric Laufenberg, che pare stia preparando uno dei soliti folli spettacoli alla tedesca, pare molto in chiave islamica e con le fanciulle-fiore in burqua.
Però è improbabile: una nuova produzione di Bayreuth è una specie di affare di Stato, viene preparata e discussa per mesi, quindi non è molto probabile che Nelsons si sia accorto che non gli piaceva, soltanto quattro settimane prima della “prima”. E poi, lo stesso Nelsons aveva debuttato in loco, nel 2010, dirigendo il famigerato “Lohengrin” di Hans Neuenfels, subito ribattezzato “Rattengrin” perché il regista aveva vestito tutti i coristi da topi, come a Topolinia. Ci vuol altro, insomma, per scandalizzarlo.
Seconda ipotesi (fuochino, anzi fuocone) è che Nelsons abbia avuto dei contrasti con il direttore musicale del festival, il maestro tedesco Christian Thielemann, grande amico di Katharina. Thielemann, si dice, avrebbe l’abitudine di ficcare la bacchetta nelle prove dei colleghi.
E anzi l’estate scorsa era deflagrato il suo contrasto di Kirill Petrenko (il direttore designato dei “Berliner”) a Bayreuth per dirigere l’”Anello del Nibelungo”, che infatti quest’anno non è tornato. Thielemann non ha quel che si dice un carattere facile, e l’ipotesi è che voglia sbarrare la strada a chiunque consideri un potenziale rivale.
Le bocche di tutti, comunque, sono cucitissime. Secondo le migliori tradizioni della casa, che qualcuno racconti come davvero sono andate le cose, più che improbabile, è impossibile.
Sta di fatto che tutto il mondo della musica internazionale non spettegola d’altro. E che il festival deve trovare un nuovo direttore, e importante (dirigere “Parsifal” a Bayreuth è come recitare Amleto all’Old Vic), maledettamente in fretta
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