La Walchiria e i suoi momenti melodici (di Ildebrando Ferrario)
I momenti melodici wagneriani. La Walchiria e i suoi momenti melodici
17 giugno 2015
di Ildebrando Ferrario
Immaginiamo un appassionato di teatro operistico, che per la prima volta assista a un dramma musicale di Richard Wagner: il più poderoso, la Tetralogia del Ring des Nibelungen.
Superato il senso di smarrimento nell’ascoltare una musica per lui così inconsueta, se farà attenzione, si accorgerà che vi sono dei momenti nei quali determinate melodie si presentano e ripresentano a ogni comparsa di un personaggio, o a ogni suo richiamo durante l’azione (Wotan, Fricka, Freia, e così via).
E si renderà conto che tali melodie hanno una loro importanza.
Ebbene, Wagner si riferisce, appunto, a queste melodie, chiamandole (nel suo saggio “Oper und Drama”) “melodische Momente” (“momenti melodici”), e anche “Grundthemen“ (“temi fondamentali”).
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Hans Wolzogen (letterato tedesco, 1848-1938), riferendosi ai momenti melodici del Ring, titola il suo saggio sull’argomento: Thematischer Leitfaden durch die Musik zu Richard Wagner […], Der Ring des Nibelungen (editore Schloemp). (Filo conduttore tematico attraverso la musica di Richard Wagner, […] L’anello del Nibelungo. Il contenuto di questo “Filo conduttore” è costituito dal procedere di elementi che Wolzogen chiama semplicemente “Motive” (“motivi”). In altre parole, la dizione “momenti melodici” può essere sostituita da quella di “motivi”. Ma né Wolzogen, né tanto meno Wagner, hanno mai usato il termine Leitmotive (motivi conduttori), che però sarebbe entrato, in seguito, nell’uso comune.
Wolzogen fu il primo a individuare i “momenti melodici” del Ring, e diede loro un nome (Le figlie del Reno, Mele d’oro, Hunding, Saluto al mondo, e così via). E Wagner non disapprovò. Del resto, dare un nome ai singoli temi è indispensabile, se si vuol capire, quando si parla o si scrive su uno di essi, a che cosa ci vogliamo riferire.
Quando pubblicò il suo saggio (nel 1876), Wolzogen aveva 28 anni e Wagner 63. Richard era molto grato al giovane Hans, per l’impegno col quale aveva studiato i suoi drammi. Si era creato fra di loro un rapporto di amicizia, quasi come tra padre e figlio.
Trovo sorprendentemente valido ancor oggi il saggio di Wolzogen: eccellente per l’esaustiva presentazione, sia delle parole, sia della musica. Questo saggio mi pare non abbia molto da invidiare a quelli degli studiosi dei nostri tempi.
Per quanto riguarda il numero di temi in tutto il Ring, si passa dai 78 individuati nel 1876 dal Wolzogen ai 95 individuati da Max Chop (storico tedesco) nella prima decade del 1900, ai 93 individuati nel 1968 da Deryck Cooke (musicologo e compositore inglese). Differenze che, tutto sommmato, mi sembrano trascurabili.
Del saggio di Wolzogen, oltre all’originale, in tedesco, esiste una traduzione italiana, reperibile presso la biblioteca del Conservatorio di Milano, e intitolata “L’anello del Nibelungo”, édita dai Fratelli Bocca (Milano) nel 1908. Nella stessa biblioteca del Conservatorio sono reperibili anche i testi di “Oper und Drama”.
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Teodoro Celli (1917-1989) chiama i Grundthemen di Wagner “microstrutture tematiche” specificando che essi sono totalmente intessuti in “macrostrutture”, nel contesto delle quali questi temi vengono avvertiti. Queste macrostrutture sono formate, sostiene Celli, o da una componente sinfonica (nei preludi, nelle scene, nei finali), o da una componente vocale, consistente questa sia nel tipico declamato melodico wagneriano, sia in quei brani nei quali questo declamato si trasforma in accenni a forme “chiuse”, non del tipo di quelle del melodramma tradizionale (arie, cavatine ecc. …) ma del tipo di forme quali il Lied, la ballata, l’inno… Comunque, Celli si riferisce ai momenti melodici wagneriani chiamandoli “temi”. Mi pare, in definitiva, possibile accettare, oltre al termine “ momenti melodici”, non solo il termine di “motivi” (come ha fatto Wolzogen), ma anche quello di “temi”.
Carl Dahlhaus (1928-1989) osserva che il Maestro è partito da un numero limitato di Grundthemen, per poi svilupparli e sottoporli via via a delle trasformazioni, ottenendone così, secondo le esigenze del dramma, dei temi nuovi.
Pierre Boulez (1925 – ancora in vita) scrive: “In Wagner vediamo i temi modificarsi, svilupparsi, unirsi, generare una discendenza, come fossero personaggi di romanzo… [ … ]. Svolgono un’attività affascinante da seguire [ … ]; la loro vita intensa, la loro sempre crescente attività, mi sembrano spesso ben più straordinarie, più prodigiosamente cariche di energia, che non i personaggi, limitati, questi, nella loro veste teatrale… ”.
A sua volta, Beniamino Dal Fabbro (1910-1989) scrive “La musica di Wagner agisce su di noi, oltre che con la virtù evocativa propria a tutta la musica, anche con quella [virtù] particolare, che egli le ha imposto: di evocarci Sigfrido, o Wotan, o una situazione drammatica, o un anèlito, o un evento, o perfino di precorrere la sorte dei suoi eroi”.
Dal Fabbro chiama “Bidelli del Walhalla” coloro la cui attenzione, durante l’ascolto del Ring, è volta soltanto al riconosimento, via via, dei temi. Mentre ascoltano, è come se vedessero tante diciture successive, con indicazioni epigrafiche: “Tristezza di Wotan”, “Eroismo giovanile di Sigfrido”, “Redenzione”, ecc.
Un po’ come Claude Debussy (1862-1918), che parlando dei Grundthemen di Wagner, li citò come dei biglietti da visita del tutto particolari. Gli sono attribuite le seguenti due frasi:
Prima frase: «Il sistema del Leitmotiv fa pensare a un mondo di matti inoffensivi che presentano il biglietto da visita. Ogni personaggio ha, per così dire, il suo “prospetto”, la sua fotografia: cioè il suo Leitmotiv, dal quale si fa sempre precedere».
Ed ecco l’altra frase di Debussy: «Il Leitmotiv assomiglia alla dolce follia di chi, dandovi il suo biglietto da visita, ne declama liricamente il contenuto».
Fra gli studiosi è da citare anche Max Chop (1862-1924), (che frequentò a lungo Wagner a Bayreuth), per la sua guida al Ring, redatta nei primi anni del ‘900).
E’ da citare anche Ernest Newman, che commentò con grande competenza la trama della Tetralogia e i relativi temi.
Molto importante infine, per la eccellente argomentazione sui motivi del Ring, è il lungo saggio di Deryck Cooke (1919-1976), intitolato “An introduction to Der Ring des Nibelungen”.
Io affrontai l’argomento delle parole, della musica e dei temi del Ring, fra il 2002 e il 2003, in undici conferenze che tenni per l’ “Associazione Amici del Loggione della Scala” e per l’ “Associazione Wagneriana di Milano”.
In quelle conferenze feci ascoltare 307 esempi musicali, (che avevo registrati su quattro CD, uno per ogni dramma), per illustrare, con questi esempi, i 93 momenti melodici individuati nel Ring da Deryck Cooke (1919-1976).
Il testo completo di quelle mie conferenze è contenuto in un fascicolo di 86 pagine, che è reperibile (insieme ai quattro CD) presso la biblioteca degli “Amici del Loggione del teatro alla Scala”).
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Scelgo il secondo fra i quattro drammi musicali del Ring des Niebelungen, La Walchiria, soprattutto perché in esso gli dèi mostrano dei moti universali dell’animo umano: la desolazione che ci prende quando la coscienza ci rimprovera per azioni discutibili, il bisogno di confidare a una persona amata le nostre pene, l’ira di una moglie tradita dal marito, il dolore di una figlia costretta, suo malgrado, a contrastare il padre, il dolore di un genitore per la morte del proprio figlio… Ma ricordo le parole di un saggio di Guido Salvetti sulla Walchiria, risalente al 2012, oggi leggibile nel sito internet dell’ “Associazione Wagneriana di Milano”. Tali parole si riferiscono alla « “incarnazione in musica”, da parte di Wagner, di una «gamma enorme di sentimenti umani: dalla paura alla speranza, dall’eroismo alla disperazione, dall’amore all’odio». Così scrive Salvetti.
Nella Walchiria, insieme ai vari personaggi, ne esiste uno, sia pure inanimato, molto importante: la Spada. Infatti, è intorno ad essa che si svolge tutta la vicenda di questo dramma.
Wotan, -grazie alla Spada-, proprio nella Walchiria cercherà di realizzare la sua cosiddetta “grande idea”: un progetto del quale siamo stati informati nell’ Oro del Reno. Wotan aveva accennato a Fricka di questo progetto, dopo l’ammonizione di Erda, che gli aveva preannunciata una sciagura per gli dèi, se l’anello, maledetto da Alberich, e conservato da Fafner-drago, non fosse restituito alle figlie del Reno.
Wotan non poteva personalmente andarselo a riprendere, questo anello, perché così avrebbe ripetuta l’ingiustizia già da lui perpetrata privando dell’anello Alberich.
L’idea di Wotan era quella di affidare l’impresa a un uomo che, con la Spada che lui gli avrebbe procurata, fosse andato ad abbattere Fafner-drago, e avesse tenuto per sé l’anello pur restando all’oscuro del suo potere nefasto, e senza avere alcuna protezione da parte di Wotan. Allo scopo, Wotan era sceso tra gli uomini per unirsi con una donna mortale, che gli diede i due gemelli (Siegmund e Sieglinde).
Sperava che colui che avrebbe realizzato il suo progetto, col ritorno dell’anello alle figlie del Reno sarebbe stato Siegmund: ciò che effettivamente avverrà nella scena finale del Crepuscolo degli dèi. Ma, come sappiamo, la realizzazione del progetto di Wotan non sarà operata da Siegmund…
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Presenterò i temi di questo dramma, uno per uno, sia su CD (Audio)
sia su DVD (Video).
Il nome che darò a ciascuno di loro è, per lo più, quello adottato da Deryck Cooke.
La mia scelta di presentare i temi non solo dal CD, ma anche dal DVD, è in linea con quanto sostenuto dal Dahlhaus, che scrive (pag. 102): “Un’idea melodica va enunciata in stretta associazione fra testo ed evento scenico”.
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Il CD ci fa ascoltre l’esecuzione dei Wiener Philharmoniker diretta da Georg Solti (1912-1997), risalente al 1968. Interpreti: Siegmund = James King, Sieglinde = Régine Crespin, Hunding=Gottlob Frick, Fricka=Christa Ludwig, Brunilde=Birgit Nilson. Il DVD mostra invece l’allestimento bayreuthiano del 1976 (Boulez, Chéreau, Peduzzi). Interpetri: Siegmund=Peter Hofmann, Sieglinde=Jeannine Altmeyer, Hunding=Matti Salminen, Wotan=Donald McIntyre, Fricka=Hanna Schwarz, Brunilde=Gwyneth Jones
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I temi che compaiono nella Walchiria, si ripetono più volte, in questo dramma, in singole scene e in scene successive, se pur con modifiche armoniche o di strumentazione, o se eseguiti dall’orchestra o dal canto dei personaggi. Senza contare gli intrecci dei temi fra loro.
Inoltre, nelle scene della Walchiria, si ascoltano temi già presenti nell’ Oro del Reno: “Walhalla”, “Lancia”,”Anello”, “Loge”, “Drago”, “Erda”, “Maledizione” e “Finalità della spada”.
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Passo ora alla trama della Walchiria, e all’ascolto e visione dei temi che si presentano e ripresentano nelle sue varie parti (nei preludi, nelle scene, nei finali).
Preludio
Affascinante pagina orchestrale, che descrive una tempesta.
1) Tema della Tempesta
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Primo atto
Prima scena:
Dopo un’estenuante fuga, -durante la tempesta-, uno straniero càpita, esausto e assetato, nella casa di un certo Hunding e di sua moglie.
Lo straniero, comparso in scena, si prostra in ginocchio mentre ascoltiamo il suo tema.
Tema dello straniero esausto, (meglio che non “tema di Siegmund”, perché fin qui, come vedremo, egli non ha ancora tale nome).
Questo tema è comparso in orchestra poco dopo quello della tempesta, ed è costituito da un primo segmento lievemente discendente, cui fa seguito un segmento lievemente ascendente.
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Ecco poi il Tema della Moglie di Hunding, (meglio che non “tema di Sieglinde”, perché anche lei non ha ancora questo nome). Il tema compare in orchestra subito dopo quello dello straniero, dopo le di lei parole “Wer kam ins Haus, und liegt dort am Herd?” (“Chi è entrato in casa e giace presso il focolare?”), parole pronuciate mentre lei lo contempla ormai steso a terra, e si chiede se sia privo di sensi.
Questo tema è costituito da un primo segmento ascendente, cui fa seguito un segmento lievemente discndente.
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Lo straniero era entrato nella casa di Hunding, mentre stava fuggendo, inseguito da componenti della stirpe dei Neidinge, della quale Hunding era il capostipite.
La moglie di Hunding presta aiuto allo straniero, lo disseta, gli dà il benvenuto e gli offre l’idromele (che è poi l’attuale “Apfelsaft”), provando per lui un ricambiato senso di pietoso affetto, che prelude a un innamoramento reciproco.
Tema dell’Amore caritatevole dello straniero e della moglie di Hunding (o dell’ “Amore”)
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e poi, il tema del
Legame di simpatia fra l’uno e l’altra (o della Sventura dei Welsunghi)
Ha fatto per la prima volta il suo ingresso in orchestra, nei bassi, e si è ripetuto dopo che la moglie di Hunding ha chiesto allo straniero, di non andarsene, ciò che lui voleva fare, sostenendo che dovunque si trovasse, egli portava sventura: “So bleib
hier!, nicht bringst du Unheil dahin, wo Unheil im Hause wohnt!” (“Rimani qui! Non porti sventura dove la sventura è di casa!”)
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Seconda scena
Ancor prima che Hunding entri in casa, appare, in orchestra, il caratteristico, perentorio tema:
Tema di Hunding
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Entrato in sala, Hunding si accorge della presenza di un uomo, e si rende subito conto della strana somiglianza fra lo straniero e la propria moglie.
Poi, insieme alla moglie, chiede allo straniero, quale sia il suo nome. Lui risponde, dicendo che vorrebbe potersi chiamare “Friedmund” e “Frohwalt” ma deve definirsi “Wehwalt”. I tre sostantivi significano rispettivamente, “Colui che tutela la pace, che ne è garante” (e lui vorrebbe esserlo), “Colui che vive nella gioia” (e lui vorrebbe esserlo), e “Colui che vive nel dolore” (e lui è costretto a vivere nel dolore).
Nota bene: in Friedmund il suffisso -mund non significa bocca (come nel tedesco moderno, Hochdeutsch), ma “tutore” o “garante”, in quanto si tratta di tedesco antico, Althochdeutsch). Dunque, Friedmund sta per “tutore”, o “garante” della pace” (Mund = tutore, der Frieden = pace).
Anche i termini “Froh-walt” e “Weh-walt” hanno un suffisso arcaico,
“ -Walt”: da “walten” (curarsi di qualcosa, ma anche vivere in un certo modo, sec.Manacorda), mentre i prefissi “Froh-” e “Weh-“ sono due aggettivi attuali, e significano rispettivamente “gioioso” e “doloroso”. Quindi: Siegmund vorebbe vivere nella gioia, ma vive nel dolore.
Ma torniamo alla trama:
Hunding concede ospitalità allo straniero, con le parole “Heilig ist mein Herd, heilig sei dir mein Haus” (“Sacro è il mio focolare, sacra sia a te la mia casa”). E’ il
Tema dei Diritti di Hunding (o meglio, dei Doveri di ospitalità di Hunding). Compare poco dopo il tema di Hunding, ed è cantato da lui stesso.
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Lo straniero, rivolgendosi in particolare alla moglie di Hunding, fa, su richiesta, il raccconto della propria vita. Un giorno, tornati dopo una caccia, lui e il padre trovarono la casa ridotta in cenere, la madre uccisa; e non trovarono la sorella, che era sparita durante l’incendio. Tutto questo per opera della stirpe dei Neidinge.
Lo straniero ricorda che suo padre era chiamato Wolf (lupo), e lui Wölfing (lupatto). Wolf fu prode e forte. Per lunghi anni lui e Wölfing furono oggetto di una caccia da parte dei Neidinge, opponendo però loro una valida difesa.
A un certo punto il Lupo aveva, però, abbandonato il Lupatto, non prima di avergli promessa una spada.
Da allora, Wölfing aveva condotto una vita triste, incompreso, bandito da tutti.
Hunding dice allora allo straniero di aver avuto notizia, delle gesta di Wolf e Wölfing, anche se non ne aveva conosciuto i due protagonisti…
Più oltre, lo straniero racconta alla moglie di Hunding un particolare episodio: dopo essere stato abbandonato dal padre, si era imbattuto in una fanciulla, i cui parenti volevano costringere a nozze. Ne prese le difese, e ne uccise i prepotenti fratelli. Ma i parenti degli uccisi, anche loro Neidinge, gli si avventarono contro. Fu sopraffatto, ferito, e costretto alla fuga.
Lo straniero termina il racconto con le parole “Nur weisst du, fragende Frau, warum ich Friedmund nicht heisse (“Ora tu sai, donna che domandi, perché non mi chiamo Friedmund”).
Ma proprio quell’episodio, ricordato dallo straniero, permette a Hunding di riconoscere in lui il suo nemico fuggiasco, -che aveva poco prima vanamente inseguito nella tempesta, per vendicarsi delle uccisioni dei suoi amici (i fratelli della fanciulla), e che ora se lo trova in casa.
Hunding conferma allo straniero l’ospitalità per la notte, ma lo sfida a duello per l’indomani. Poi si ritira, portando con sé la moglie e chiedendole di preparargli la sua bevanda serale.
La moglie di Hunding ritornerà, più tardi, e dirà allo straniero di avere somministrato al marito non la solita bevanda, ma un potente sonnifero.
Dopo il tema dei “doveri di ospitalità di Hunding” (o dei diritti di Hunding),
si presenta il
Tema della Stirpe welsunga (o dell’eroismo dei Welsi), eseguito dall’orchestra. Questo tema esprime un senso di angoscia.
Audio+Video
La “ stirpe welsunga” aveva come padre e protettore Wotan (col nome di Welse), e ad essa appartenevano i suoi due figli gemelli, (ai quali viene attribuito dunque il nome di Welsìdi, o Welsunghi).
Terza scena:
Lo straniero narra alla moglie di Hunding che il di lui padre (in realtà Wotan), gli aveva promesso una spada. Ma ascoltiamo il
Tema della Finalità della spada (ovvero, di ciò che Wotan vuole ottenere tramite la spada). E’ cantato dallo straniero, con le parole “In höchster Not fänd’ich es einst” (“L’avrei finalmente trovata,[la spada] in estrema necessità”).
Audio+Video
Il tema della finalità della spada era presente, come ripeto, anche nell’ Oro del Reno, cantato da Wotan nella scena finale, prima dell’ingresso degli dèi nel Walhalla, con le parole “So grüss’ich die Burg, sicher vor Bang’ und Grau’n!” (“Che io saluti la rocca [cioè il Walhalla] scevro d’ansia e di terrore”.
Ecco, nell’ ultima scena dell’ Oro del Reno, il Tema della Spada
Audio 1 ……….
Solo Audio
E ora il Tema della Finalità della Spada cantato da Wotan (qui interpetrato da Georg Landon), che è analogo alla prima parte, del tema della Spada.
Audio 2 ……….
Solo Audio
In angoscia per il duello che avrebbe dovuto affrontare l’indomani, lo straniero si rammarica che suo padre, dopo l’abbandono, non gli abbia fatto trovare la spada che gli aveva promessa. E urla, rivolgendosi idealmente a lui “Wälse! Wälse! Wo ist dein Schwer?” (“Welse! Welse! Dov’è la tua spada ?”).
Tema Welse!, cantato da Siegmund. E’caratterizzato da un salto discendente di ottava.
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A un certo punto lo straniero, al bagliore, dovuto a un bracere ardente, vede il luccichìo dell’elsa di una spada conficcata nel tronco di un frassino che si erge nella sala dove si svolge l’azione. La moglie di Hunding gli dice che ve l’aveva conficcata un viandante (in realtà Wotan), nel giorno delle di lei nozze. Molti robusti ospiti avevano tentato di estrarla, ma non vi erano riusciti.
Come vedremo, vi riuscirà invece lo straniero, che la riconosce come la spada tanto desiderata. La chiamerà Notung (cioè, “[spada] dell’emergenza, del travaglio” ).
Nel primaverile chiaro di luna, che entra da una grande finestra spalancatasi, la scena prosegue sino alla fine, con un gran duetto fra i due gemelli, che si riconoscono come tali dal loro aspetto: è la gemella che riconosce la somiglianza dei tratti del loro volto, specchiando se stessa in uno specchio d’acqua. E le sembra di ricordare anche la voce del gemello, che aveva sentito da bambina, prima della loro separazione.
Ecco anzitutto il
Tema della Primavera. E’ un momento melodico di una lunghezza inconsueta; dura circa tre minuti. E’ una specie di inno, cantato dallo straniero, nel quale il declamato melodico lascia il posto a una delle “forme chiuse”, non molto frequenti nel Ring.
Le parole iniziali di questo tema sono le seguenti: „Winterstürme wichen dem wonne Mond; in mildem Lichte leuchtet der Lenz” (“Le tempeste invernali hanno ceduto alla gioiosa luna… In dolce luce risplende la primavera…”). Cooke ha dato a questo tema il nome di “Tempeste invernali” (Winterstürme), ma a me è parso opportuno chiamarlo invece “Primavera”, in quanto la splendente protagonista è appunto, la primavera (qui chamata col termine aulico der Lenz, anziché col termine comune der Frühling).
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Nel contesto del duetto fra lo straniero e la moglie di Hunding, quest’ultima dà al gemello il nome di Siegmund, e a se stessa dà il nome di Sieglinde. Guido Manacorda traduce il nome Siegmund con: “Colui che protegge la vittoria” (Der Sieg vittoria; –mund: tutore, protettore, garante:): vedi anche Teodoreo Celli, che scrive (pag 169): «Sieglinde […] sa trovare [per lo straniero] il nome appropriato, il termine giusto; egli non è più colui che vive nel dolore, è Siegmund, protettore,o garante, della vittoria».
Sieglinde invece ha il suffisso -linde (da die Linde = “tiglio”, o “legno di tiglio”: questa volta, Wagner ha scelto il tedesco moderno). Quindi, Sieglinde sta per “legno di tiglio per la vittoria” (die Linde -legno di tiglio-, der Sieg –vittoria-) L’interpetrazione del Manacorda è la seguente. “Scudo della vittoria, intessuto di corteccia di tiglio”.
Finalmente, possiamo chiamare lo straniero e la moglie di Hunding con i loro nomi, ovvero con i nomi che si sono attribuiti: Siegmund e Sieglinde.
In quanto al nome Hunding, anche qui Wagner ha adottato un vocabolo del tedesco attuale: “Hund” (“cane”): nome idoneo ad attirare su di lui il disprezzo che si merita. Perché in tedesco antico “Hund” significa, “gigante”, o anche “Unno”, termini che non hanno niente a che vedere con la nostra vicenda.
Torniamo alla trama e ai temi
Siegmund, in piena felicità, dichiara a Sieglinde di volerla portare lontano con sé, e questa terza e ultima scena del primo atto si chiude con un ardente amplesso fra i due.
E qui, il
Tema dell’ Amore sensuale di Siegmund e Sieglinde. Compare nell’orchestra, subito dopo che Siegmund si è rivolto a Sieglinde in modo passionale con le parole “O süsseste Wonne! Seliges Weib!”, che traduco: “O dolcissima gioia! Beata donna!”
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Siegmund, estrarrà la spada dal frassino. Ma prima, col frassino alle spalle e guardando Sieglinde, canta il
Tema della Rinuncia all’amore, che inizia con le parole: “Heiligster Minne, höchste Not…” (“Sacro amore, suprema angoscia”…).
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Questo tema (della Rinuncia all’Amore) sembra non aver nulla a che fare con il gioioso clima di amore, instauratosi fra i due gemelli.
Ciò ha dato del filo da torcere agli esegeti, che hanno formulato diverse interpretazioni, come quella del Wolzogen, secondo il quale la rinuncia sarebbe dovuta alla maledizione che pesa sull’incestuoso amore di Siegmund e Sieglinde.
Io preferisco l’interpretazione del Manacorda (pag.237), di una rinuncia all’amore… “coatta”. Questa interpretazione mi sembra infatti coerente proprio col presagio di morte, che le parole di Siegmund (da lui pronuniate dopo le parole “Sacro amore, superema angoscia,”), racchiudono: “Die sehrende Not brennt mir hell in der Brust, drängt zu Tat und Tod” (mia traduzione: “La consumante angoscia che mi arde chiara nel petto mi spinge ad agire e a morire”). E il presagio si avvererà, sappiamo, con la sua uccisione.
E infine, ultimo fra i temi del primo atto, il
Tema Notung. E’ analogo (col suo salto discendente di ottava) al motivo “Welse”. E’ cantato da Siegmund, con la mano sull’elsa della spada, subito dopo aver cantato il tema della rinuncia all’amore, e subito prima di estrarre la spada dal frassino.
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Secondo atto
Preludio-Prima scena
Wotan chiama Brunilde, e le ordina si far vincere il duello a Siegmund. All’arrivo di Brunilde compaiono, in sequenza, i temi della Cavalcata, delle Walchirie e del grido di guerra delle Walchirie.
Tema Cavalcata. Figura ritmica, in orchestra, reiterata ossessivamente.
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Tema Walchirie. Appare in orchestra.
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Tema:
Grido di guerra delle Walchirie. All’ordine che il padre le dà, di far vincere Siegmund, Brunilde gli risponde col grido “Hojoto-ho! Heia-ha”, che qui equivale a un “Obbedisco”.
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Ma Hunding aveva informato Fricka della fuga della propria moglie con Siegmund, e vuole che quest’oltraggio sia vendicato. Fricka, dal canto suo, si sente allora, più che mai, tutrice dell’istituzione famigliare, e impone a Wotan di sacrificare Siegmund, reo di incesto e di adulterio, e partner di Sieglinde.
Udendo i tentativi di Wotan di giustificare l’amore fra i due gemelli, Fricka si inferocisce. Compare ora il
Tema della Collera di Fricka, eseguito dall’orchestra, subito dopo la di lei frase, rivolta a Wotan: “So führ’es denn aus! Fülle das Mass! Die Betrogene lass auch zertreten!” (traduco “Fai pure così! Colma la misura! E lascia che si calpesti la tradita [cioè lei stessa])
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Questo tema si ripeterà poi più volte nel corso del colloquio tra Fricka e Wotan. Durante il quale colloquio, Wotan, le rispiega i termini e il significato della sua “grande idea”, che ha come fine immediato il salvataggio di Siegmund! Le ricorda l’ingiunzione di Erda di liberarsi dell’anello maledetto, perché possa venir in qualche modo ridato alle figlie del Reno, pena la fine degli dèi. Tanto più, aggiunge Wotan, che Alberich ha un figlio, Hagen, (noi lo sapremo, nel Crepuscolo degli dèi) e Alberich spera che questo figlio possa conquistare l’anello. (Vedi anche Teodoro Celli, pag.179).
Ma Fricka non demorde, e le sue argomentazioni hanno cominciano a cogliere nel segno: Wotan, obtorto collo, le obbbedisce.
Tema del Malcontento (o frustrazione) di Wotan. E’ eseguito dall’orchestra.
Trovo sia molto significativo, nella musica di questo tema, l’iniziale “gruppetto”. E’ come se si vedesse un breve gesto di stizza della testa di Wotan.
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Ecco poi il
Tema della Ribellione di Wotan. Compare in orchestra, subito prima e subito dopo le parole di Wotan “O heilige Schmach! O schmählicher Arm!” (traduco: “O sacro scorno! O ignobile obbrobrio!”), quando, disperato, ha un moto di ribellione contro le leggi morali cui deve sottomettersi.
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Ecco infine il
Tema dell’ Angoscia di Wotan. Si ascolta nell’orchestra mentre Wotan, nel colloquio con Brunilde, si domanda come gli sia possibile trovare, una volta fallito il tentativo con Siegmund, quel libero eroe che possa realizzare la sua “grande idea”.
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Seconda scena:
Nessun tema nuovo
Lungo dialogo tra Wotan e Brunilde, durante il quale egli impone alla figlia di far volgere il duello in favore di Hunding.
Brunilde, esterrefatta, addolorata, delusa, supplica il padre di non accettare l’imposizione di Fricka; ma lui si infuria, e minaccia la figlia, in caso di trasgressione.
Terza scena:
Nessun tema nuovo
Siegmund e Sieglinde sono in fuga, in piena afflizione. L’angoscia di Sieglinde è dovuta a un senso di colpa per essersi piegata, sia pure forzatamente, a Hunding, e aver convissuto con lui prima dell’incontro con Siegmund. Questi ferma Sieglinde, e tenta di calmarla, dicendosi convinto che nel duello avrebbe ucciso Hunding.
Quarta scena:
Davanti a Sieglinde svenuta, Brunilde si presenta a Siegmund, e gli annuncia che presto la dovrà seguire. E qui, il
Tema del Fato (o del Destino). Compare in orchestra, all’inizio di questa quarta scena, subito dopo le parole di Brunilde: “Siegmund! Sieh auf mich! Ich bin’s, der bald du folgst.” (“Siegmund! Guardami! Sono colei che tu presto seguirai.”)
Questo tema fa letteralmente rabbrividire, (con il suo macabro sottofondo ritmato dei timpani).
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Guido Salvetti, nel saggio cui ho già accennato, parla di “espressione estatica” nella «macerata e tremenda immobillità [di Siegmund] all’apparire di Brunilde, mentre lui veglia su Sieglinde svenuta». Salvetti si associa ai numerosi commentatori i quali sostengono che questo frammento (tema del Fato, ed “espressione estatica” di Siegmund), è da porre tra i vertici drammatico-musicali di tutti i tempi.
Poi, Brunilde dice a Siegmund che sarebbe stato bene accolto nel Walhalla, alla presenza del di lui padre. Ma Siegmund rifiuta l’invito, dato che nel viaggio verso il Walhalla non avrebbe avuto Sieglinde al suo fianco. Egli confida ancora nel potere della spada: ma Brunilde gli comunica che il padre ha tolto l’incantesimo alla spada stessa, e che quindi Hunding lo ucciderà.
Dopo che Brunilde ha cantato a Siegmund il tema del Fato, compare il
Tema Annuncio di morte. E’ cantato da Siegmund stesso, con le parole: “Wer bist du, sag’, die so schön, und ernst, mir erscheint ?“ („Chi sei, tu, dimmi, che mi appari così bella e austera?”). Brunilde gli dice: “Nur Todgeweihten taugt mein Anblick; wer mich erschaut, der scheidet vom Lebenslicht”(„Solo ai consacrati è concesso di vedermi. Chi mi vede prende congedo dalla vita”). Il tema dell’Annuncio di morte si ripesenterà più volte eseguito dall’orchestra (come anche quello del Fato), nella quinta scena, sino alla fine dell’atto.
Audio+Video
Quinta scena:
Nessun tema nuovo
Alla richiesta, fattagli da Brunilde, di affidarle Sieglinde, Siegmund ha risposto di no, ed ha alzato la spada, per uccidere la sorella.
Ed ecco che Brunilde, commossa, lo ferma, e decide di non obbedire a Wotan (o meglio, di obbedire a quello che sapeva essere il di lui vanificato desiderio). Nel corso del duello, tenta di far uccidere Hunding. Ma sopravviene Wotan: spezza la spada di Siegmund, che viene trafitto più volte da Hunding. Wotan si getta disperato sul cadavere dell’amato figlio. Poi, dice a Hunding: “Vattene, servo, inginocchiati davanti a Fricka”. E infine, con il suo semplice sguardo, lo fa istantaneamente morire.
Terzo atto
Preludio e prima scena:
Raduno delle Walchirie
Le Walchirie stanno svolgendo allegre, accanto ai cavalli, il loro compito, che è quello di portare nel Walhalla i corpi degli eroi caduti in battaglia.
Compare subito il
Tema della Cavalcata-Walchirie-Grido di guerra delle Walchirie, che è un intreccio fra i tre temi che caratterizzano le Walchirie stesse.
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Le Walchirie poi si spaventano, quando vedono Brunilde accorrere portando con sé una donna. Si tratta di Sieglinde, che, disperata, implora Brunilde di ucciderla.
Ma nella sua risposta Brunilde l’esorta a vivere, per amore di colui che porta in grembo (e che è Siegfried). Ecco allora comparire, cantato da Brunilde, il baldanzoso
Tema di Siegfried.
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La gioia per aver saputo che aspetta un figlio da Siegmund, rende felice Sieglinde, che canta entusiasta il
Tema della Redenzione. Questo tema, cantato da Sieglinde, qui è incompleto, e riapparirà, completato, e solo in orchestra, soltanto nella scena finale del Crepuscolo degli dèi.
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Ecco ora, per confrono, i due temi:
il tema “Redenzione” nella Walchiria
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e il tema “Redenzione” nel Crepuscolo degli dèi
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Dopo i primi attimi di titubanza fra le Walchirie, Brunilde raccomanda a Sieglinde la fuga nella foresta orientale. Sappiamo che là giace, nella sua grotta, Fafner-drago, col tesoro, comprendente l’anello.
Sieglinde fugge, con in mano i pezzi della spada Notung (dei quali si servirà Siegfried adulto, per riforgiarla). Nel successivo dramma della Tetralogia, il Sigfrido, Siegfried, con la spada da lui riforgiata, ucciderà Fafner-drago, e si impossesserà dell’anello. La totale realizzazione del progetto di Wotan si avrà poi nell’ultima scena del Crepuscolo degli dèi, con la restituzione dell’anello alle Figlie del Reno.
Wotan, al colmo della collera, ha raggiunto il gruppo delle Walchirie. Cerca colei che ha osato ribellarsi alla sua volontà.
Le sorelle, terrorizzate, si disperdono confusamente, e poi si pongono fra Brunilde e il padre, come per proteggerla. Ma lei esce allo scoperto, mostrandosi pronta ad accettare, lealmente, il castigo.
Parla con umiltà al padre, spiegandogli anzitutto che la sua disobbedienza altro non era stata se non il tentativo di portare avanti il di lui progetto originale, che lui aveva disatteso, spinto da Fricka.
Ecco
il Tema della Giustificazione (o del “Rimprovero”) di Brunilde: cantato da lei, il tema è caratterizzato da un moto discendente e poi ascendente.
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Poi Brunilde dice al padre che ciò che l’aveva indotta a sfidare i suoi ordini era stato anche il sentimento di amore per lui.
Ecco
il Tema dell’ Amore caritatevole di Brunilde, cantato da lei, nel quale al moto discendente e poi ascendente del tema della Giustificazione si contrappone un moto ascendente e poi discendente.
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Terza scena:
Nonostante le comprensibili argomentazioni della figlia, e l’atteggiamento di umiltà con le quali le ha pronunciate, Wotan persiste nel volerla punire: le dice che la sprofonderà nel sonno.
Ecco il
Tema del Sonno magico, che si presenta in orchestra durante l’annuncio che Wotan fa alla figlia-con-le-seguenti-parole “in Festen Schlaf verschliss’ich dich: wer so die wehrlose weckt, dem ward, erwacht, sie zum Weib” (“Ti faccio cadere in un sonno profondo. Sei destinata sposa, inerme, a chiunque ti sveglierà”)
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Brunilde implora pietà, e prega il padre di circondarla da un muro di fiamme, e di farle sposare un eroe, che non sappia cosa sia la paura, e che possa quindi attraversare quelle fiamme. E ovviamente, durante il colloquio tra Wotan e Brunilde si risente il tema di Sigfried.
Wotan, finalmente commosso dalle parole della figlia, le dà l’addio, promettendole che la potrà svegliare solamente un eroe.
Ecco il
Tema dell’Affetto di Wotan per Brunilde (o dell’ “Addio di Wotan”), che inizia con le di lui parole: ”Zum Letztenmal letz’es mich heut’ mit des Lebewohles letzten Kuss” (traduco: “Per l’ultima volta mi sia di conforto, oggi, l’ultimo bacio dell’addio”).
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Poco dopo l’Addio di Wotan, questi dice a Brunilde: “Denn so kehrt der Gott sich dir ab, so küsst er die Gottheit von dir!“ (mia traduzione: “Così il dio si volta [verso di te] e così aspira da te, con un bacio, lo stato di dea”). Infatti, dopo quel bacio Brunilde diventerà una donna mortale.
Wotan prende il volto della figlia tra le mani, e la bacia a lungo sugli occhi.
Ella si addormenta fra le braccia del padre, che le ha sistemato l’elmo sul capo (la corazza già l’ha indosso), e la fa dolcemente sdraiare. Poi chiama Loge (il semidio del fuoco), che circonda di fiamme Brunilde.
Ecco il
Tema dell’ Incantesimo del fuoco (o fuoco magico), che compare in orchestra ed è costituito dalla parte terminale del tema di Loge (tema comparso, come ho già detto, nell’Oro del Reno.
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Prima di ritirarsi, Wotan guarda, per l’ultima volta, la figlia che giace nel sonno.
E qui, l’ultimo dei momenti melodici della Walchiria:
il Tema di Brunilde dormiente. Suggestiva, lenta scala discendente di cinque note, eseguita dall’orchestra.
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Ma ora voglio presentare tutto il finale della Walchria, a partire da quando Wotan prende in braccio la figlia dormiente per portarla al suo giaciglio di marmo.
Durante questa scena finale, oltre al tema “Brunilde dormiente”, ripetuto più e più volte, sentiremo ricomparire il tema del “Destino” (o del Fato). Il destino di Brunilde, ormai donna mortale: ella si risveglierà, amerà, morirà…
Più avanti, quando Wotan chiama Loge (“Loge! Loge! Hierher!”) (“Loge! Loge! Vieni qui!”), ricomparirà il “Motivo della Lancia”, (anche questo comparso per la prima volta nell’Oro del Reno): una severa scala minore discendente, costituita da dodici note.
Sulla lancia erano incise, in caratteri runici, le norme di buon governo che Wotan doveva rispettare. La comparsa del motivo della Lancia in questo punto del dramma sta ad indicare, a mio parere, la volontà di Wotan, di agire in favore di Brunilde, dopo averle rivolto il suo commosso addio. E si risente più volte il tema dell’ “Addio di Wotan”.
Quasi alla fine, ricompare il “Tema di Siegfried”, dapprima nel canto di Wotan stesso. “Wer meines Speeres Spitze fürchte, durchschreiete das Feuer nicht!” (”Chi della mia lancia teme la punta, non attraversi il fuoco!”). Poi il tema Siegfried viene ripreso, con grande forza, in orchestra.
Sappiamo che Siegfried, l’eroe che non sa cosa sia la paura, nel successivo dramma della Tetralogia (il Sigfrido), attraverserà quel fuoco. E imparerà, sappiamo in quale circostanza, cosa sia la paura…
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Ildebrando Ferrario
Bibliografia:
* R. Wagner: Oper und Drama (ed. Weber, Lipsia) 1851, vol.II, parte III, capitolo VI, nella traduzione italiana di Luigi Torchi (ed. Fratelli Bocca) 1929
* H. Wolzogen: Thematischer Leitfaden durch die Musik zu Richard Wagner’s Festspiel Der Ring des Nibelungen. (ed. Edwin Schloemp) 1876
* G. Manacorda: Riccardo Wagner. La Walkiria, riveduta nel testo, con versione a fronte, introduzione e commento (ed. Sansoni) 1925
* T. Celli: L’Anello del Nibelungo. Guida all’ascolto (ed.Rusconi), 1983
* C. Dahlhaus: I drammi musicali di Wagner. 1971. Traduzione italiana (ed. Marsilio) 1984
* P. Boulez: Il tempo ricercato (Prefazione a L’Anello del Nibelungo di Richard Wagner, di Max Chop, (ed. Mondadori) 1950
* B. Dal Fabbro: I bidelli del Walhalla. Ottocento maggiore e minore e altri saggi, Firenze, (ed.. Parenti) 1954
* M. Chop: L’anello del Nibelungo di Richard Wagner, Prima decade del ‘900. (Nella traduzione italiana di Ervino Pocar, ed. Mondadori), 1950
* D. Cooke: An introduction to “Der Ring des Nibelungen”, 1968 (Masterizz. su 2 CD, DECCA: 1995)
* D. Cooke: I saw the world end. A study of Wagner’s Ring, (ed. Oxford University Press) 1979
* E. Newman : Wagner Nights (ed. The Bodley Head Limited) 1941, nella traduzone italiana Le opere di Wagner (ed. Mondadori) 1981
* I. Ferrario: Viaggio attraverso il “Ring des Nibelungen di Richard Wagner”: le parole, la musica, i temi, con 307 esempi musicali (registrati su quattro CD). Argomento trattato in undici incontri, per i soci dell’ “Associazione Wagneriana di Milano” e dell’ “Associazione Amici del Loggione della Scala”. dicembre 2002 – dicembre 2003
Discografia
CD:
“Der Ring des Nibelungen”
(Wiener Philharmoniker, dir. Georg Solti), 1968
Personaggi e interpreti:
Siegmund = James King, Sieglinde = Régine Crespin, Hunding=Gottlob Frick, Fricka=Christa Ludwig, Brunilde=Birgit Nilson.
DVD:
“Der Ring des Nibelungen”
(Orchestra del Festival di Bayreuth: Boulez, Chéreau, Peduzzi) 1976
Personaggi e interpreti:
Siegmund=Peter Hofmann, Sieglinde=Jeannine Altmeyer, Hunding=Matti Salminen, Wotan=Donald McIntyre, Fricka=Hanna Schwarz, Brunilde=Gwyneth Jones