L’Opera “Hans Sachs” di Lortzing (di Liliana Konigsman)
Affrontare il tema dell’opera comica di Gustav Albert Lortzing Hans Sachs senza fornire alcune considerazioni storiche sul teatro d’opera tedesco, sarebbe improprio. Ma prima di addentrarci nell’opera stessa, ovvero il suo Hans Sachs, vorrei fare una marcia di avvicinamento, partendo da ìl soggetto Hans Sachs, presente in opere teatrali e musicali.
Chi era Hans Sachs? Era un Maestro Cantore tedesco di Norimberga e un calzolaio. Nato a Norimberga (1494 – 1576), appartenne alla potente Corporazione dei Meistersinger di quella città, gelosa custode delle tradizioni medievali del canto tedesco. Dalla la sua cospicua produzione poetica (lirico-popolaresca), emerge una personalità artistica ricca di fantasia e di realistico umorismo. Sono proprio queste le doti che Wagner, nei Maestri Cantori di Norimberga gli attribuisce, in contrapposizione con la pedanteria degli altri membri della Corporazione. Ha scritto più di 6.000 pezzi di vario tipo. Il calcolo esatto del loro numero varia secondo il modo di conteggiarli, in quanto molte volte non è chiaro se trattasi di un pezzo singolo oppure di una parte di un pezzo più esteso. Inoltre alcun pezzi possono essere catalogati diversamente, secondo gli esegeti.
La sua produttività è particolarmente ammirevole, in quanto ha continuato a lavorare come ciabattino o scarparo in tutta la sua vita. Da quanto infatti ne sappiamo, i Maestri Cantori, per abitudine, non scrivevano, né cantavano, per danaro.
Da bambino, frequentò la Scuola di Canto e di Violino che si teneva in una chiesa di Norimberga, Ciò ha contribuito a svegliare in lui il piacere della poesia e la musica. Suo padre faceva il sarto quando lui frequentava la Lateinschule (Scuola di Latino). Quando compì i 14 anni fece l’apprendistato da calzolaio, inteso come “manufattore di scarpe”. Dopo l’apprendistato (a 17 anni), dovette fare 5 anni di praticantato in giro, viaggiando con amici e compagni, lavorando qua e là, sempre come ciabattino, in molti luoghi, compresi Regensburg, Passau, Salzburg, München, Osnabruck, Lübeck e Leipzig. Nel 1513, ovvero a 19 anni, finì a Wels, piccolo villaggio dell’Austria, dove visse ritirato dedicandosi a coltivare le Arti. L’Imperatore Massimiliani I passò dal villaggio con il brillante risultato di permettere al giovane poeta di essere inserito nello splendore della Corte e di essere sistemato nel palazzo di Innsbruck Più tardi, Sachs Lasciò la Corte e andò a Schatz e a München. Durante lo stesso anno fece un altro apprendistato, per diventare Maestro Cantore a Monaco. Lienhard Nunnenbeck (tessitore di lino) fu suo maestro.
Nel 1516 Sachs si stabili a Norimberga e vi rimase per il resto della sua vita. Sposò Kunigunde Creutzer, che mori nel 1560, e si risposò l’anno dopo con una giovane vedova, Barbara Harscher.
Il grande evento della sua vita intellettuale fu la Riforma; diventò un appassionato aderente di Lutero ed nel 1523 scrisse in onore del medesimo il poema “L’ usignolo di Wittenberg”, ascoltato da per tutto, e quattro meravigliosi dialoghi in prosa, nei quali la sua particolare simpatia per il riformatore fu temperata da consigli di moderazione. Ciononostante la sua inclinazione per la nuova fede gli portò il rimprovero del Consiglio della citta’ di Norimberga, e gli fu proibita la pubblicazione dei “Scritti e rime” (Büchlein und Reimen). Non passò molto tempo prima che lo stesso Consiglio si aprisse completamente alla Riforma
I suoi poemi furono musicati da diversi compositori, mentre lui stesso divenne ispiratore- protagonista di opere teatrali e musicali.
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La strategia generale dell’opera tedesca si fonda anche sulla conquista di territori collocati nella zona mediana dello stile: sulla commedia borghese e popolare, sulla “komishe Oper” di Nicolai, e sulla loro amabilità. L’importanza di tale strategia, in gran parte inconsapevole, e’ accentuata dal fatto che Lortzing non disdegnò in alcuni casi la “romantische Oper” ne’ la “Zauberoper”, e d’altra parte non mancano nei cataloghi di Lortzing, e Nicolai le opere di soggetto storico.
A meta’ degl anni Quaranta tutto lo schieramento si muove inarrestabilmente, e i wagneriani Maestri Cantori di Norimberga devono molto all’ Hans Sachs di Lortzing e alle Allegre comari di Windsor di Nicolai. Il comico affiancato al serio apre spazi alla dimensione dell’ironia, necessaria alla maturazione di un processo artistico.
Ma Prima di Lortzing e Wagner c’è stato Adalbert Gyrowetz, compositore boemo che all’età di 71 anni scrisse uno “Singspiel” (comedia musicale) comico-romantica in due atti, chiamata Hans Sachs in tarda età, scritta probabilmente nel 1831. Fu completata in 1834, anno in cui Wagner compose Die Feen (Le fate). Provenendo da una famiglia musicale, iniziò la sua carriera come avvocato e linguista, ciò che gli permise di avere un posto nell’imperiale burocrazia di Vienna occupandosi degli archivi militari.
Per alcuni anni fu un compositore part-time, finchè nel 1804 accettò la posizione di Kapellmeister dei teatri di corte, assicurandosi il posto fisso fino alla pensione, nel 1831. E’ vissuto 87 anni, con qualche difficoltà economica, che i suoi amici compensarono costantemente, considerandolo anello di collegamento vivente con Haydn e Mozart. Uno dei suoi maggiori benefattori fu Meyerbeer..
Aveva un rapporto, cordiale con Mozart e d’amicizia con Beethoven, sopravvivendo a quest’ultimo di 23 anni. La sua carriera durò cosi a lungo, che alla fine si sentiva come un visitatore d’altri tempi, una specie di Beckmesser, conservatore delle sacre fiamme di stili musicali superati. Wagner non menziona mai Gyrowiez, e comunque deve aver sentito parlare di lui, visto che ha composto 30 opere, 28 balletti, 40 sinfonie, 11 messe ed un vasto numero di opere per musica da camera. Nel Suo Hans Sachs, il protagonista è un cinquantenne che aiuta un giovanotto a “vincere in premio” una fanciulla, (come il Sachs di Wagner). E’ un nobiluomo che ha ricevuto l’aiuto di Sachs per diventare Maestro Cantore (come Walter von Stolzing). Uno dei monologhi di Sachs anticipa in qualche maniera il Wahn-monologo nei Maestri Cantori. Purtroppo non esiste registrazione alcuna di questo Singspiel, e non e’ mai stato ripreso in tempi moderni; però sappiamo che ha utilizzato come modello lo stile di Joseph Haydn, da lui idealizzato e ben conosciuto. Oggigiorno Gyrowiez è caduto nel dimenticatoio.
Ma veniamo a Lortzing
Compositore, attore, cantante e direttore d’orchestra, nato a Berlino nel 1801, segue i genitori (attori dilettanti passati al professionismo (dopo il fallimento nel commercio di pellami) nei teatri tedeschi, recitando accanto a loro e studiando contemporaneamente teoria musicale e violoncello. La sua prima composizione musicale per il teatro risale al 1824, ma in questo periodo scrisse molte musiche d’occasione.
Fino al ‘33 svolse attività di attore, cantante e violoncellista in orchestre di vari teatri. Nel 44 esordì come direttore d’orchestra, ma l’anno seguente fu licenziato. Raggiunta in questo periodo una fama come compositore d’opere, specialmente comiche, non ebbe tuttavia vita facile, per le difficoltà finanziarie in cui si dibatteva anche a causa della famiglia numerosa Nel ‘46 ottenne un posto di direttore d’orchestra accanto a von Suppè, al Theater an der Wien di Vienna, ma due anni dopo perdette il posto a causa della rivoluzione. Nel ’50 infine ottenne la direzione dell’orchestra del Friederich-Wilhelm Stadtisches Theater di Berlino, piccolo teatro dal modesto repertorio. Nel ‘51, la morte causata da apoplessia, gli risparmiò l’umiliazione del licenziamento, notificatogli poco dopo.
Scriveva in modo popolare, senza divenire triviale. Stendeva egli stesso i libretti, riprendendoli da commedie esistenti. Un povero diavolo, che tuttavia, senza avere il genio né del poeta, né del musicista, possedeva però entrambe le disposizioni, con un chiaro fiuto per la prassi teatrale: seppe tirar fuori la tarda opera romantica dall’atmosfera locale del dramma popolare viennese, traendone una vera commedia musicale, pur conservandole tutta la comoda provincialità, l’allegria terra-terra, lo spasso sincero e il sentimentalismo. E così venne fuori l’idillio operistico, caratterizzato da calore e contemplatività, popolarità e onesta moralità. Prodotto, in sostanza, di un borghese tipico dell’epoca. Il suo pezzo più noto è Lo Zar ed il carpentiere.
Per 150 anni Lortzing fu, dopo Mozart e Verdi, il compositore con più spettacoli in scena. Nella stagione 1828 – 1829 ci furono 843 spettacoli delle sue opera nei teatri tedeschi, rispetto agli 821 spettacoli di opere di Mozart. Nella stagione 1855-1865 gli spettacoli di Lortzing sono stati 8719, superati soltanto da Verdi, Mozart e Puccini .
Dopodiche’… il silenzio
Del resto, Hans Sachs sembra oggi rinascere timidamente a nuova vita, grazie a recenti esecuzioni a Flensburg (1976), Eisleben (1983), Bayreuth (ancora 1983; non al Festspieihaus naturalmente, ma nell’ambito dei benemeriti Bayreuther Jugend Festpieltreffen) a Saarbrücken (1985).
Lortzing compose un lavoro importante su testo proprio e di Philipp Salomon Reger con parziale collaborazione di Philippe Dueringer: Hans Sachs, komische oper, in 3 atti.
Fonte comune di quest’opera di Lortzing (e dei Meistersinger di Wagner, apparsi 28 anni dopo) fu la commedia Hans Sachs di Johan Ludwig Ferdinand Deinhardstein (1794 – 1839) andata in scena nei 1827. Qui siamo lontani dalla drammaturgia dei Meistersinger. L’innamorato, qui come in Lortzing, è lo stesso Sachs, un artigiano di mezza età e pronubo di amori altrui, ma giovane aitante, arricchito dal suo mestiere di fabbricante di calzature e di poeta, celebrato dai potenti della terra. Non esiste ancora Walther von Stolzing. Sachs ama Kunigunde, figlia del piu ricco cittadino di Norimberga, l’orefice Steffen, il quale però ha scelto per Kunigunde il vanesio senatore Eoban (che Lortzing e Reger battezzeranno Hesse). L’amore di Sachs va a buon fine grazie al suo talento poetico e all’intervento di un deus ex machina, l’imperatore Massimiliano I.
Lortzing cercò un soggetto con spunti patriottici e popolari, e scrisse Hans Sachs in occasione dei festeggiamenti organizzati a Lipsia nel 1840 per celebrare il quarto centenario dell’invenzione della stampa ad opera di Johannes Gutenberg. La prima esecuzione di Hans Sachs si era avuta il 23 giugno 1840 allo Stadt Theater di Lipsia. Si trattava della prima versione. La première ebbe grande risonanza, e la stampa specializzata lodò la freschezza e l’amabilità dell’opera. Altre rappresentazioni (Berlino e Coburg 1841, Praga, 1842) suscitarono un consenso di mera stima. Preoccupato, Lortzing elaborò una seconda versione (quella che qui prenderò in esame), modificando il Finale del III atto. La rielaborazione di Lortzìng inaugura l’immagine di un Sachs benvoluto, eliminando certe note polemiche che ne inasprivano la fisionomia. Essa aridò in scena al Nationalthater di Mannheim il 25 maggio 1845..
Lortzing era parente (c’è chi dice cognate) di August Roeckel, assitente di Wagner a Dresda e compagno rivoluzionario, il quale si fece 13 anni di prigione per il suo coinvolgimento nei moti del 1849. Roeckel era nipote di Hummel, che fu allievo di Mozart , Clementi, Albrechtsberger, Haydn, Salieri, come pure amico di Beethoven e di Schubert, e maestro di Mendelssohn e Czerny, il quale a sua volta insegnò a Liszt. Era un piccolo mondo a quei tempi, parlando musicalmente. Nel suo scritto Comunicazione ai miei amici Wagner ricordò. a metà anni ‘40, “certi buoni amici suoi” (includeva senz’altro Roeckel), che avevano cercato di persuaderlo a scrivere un opera di genere più leggero… dove ovviamente Lortzing gliene procurò il modello.
Già prima del fatale 1868, (l’anno dei Meistersinger di Wagner), Hans Sachs di Lortzing era scomparso dalle scene.
Fu ripreso a Stoccarda nel 1934, in una rielaborazione affidata a Oswald Kühn (testo) e Heirich Ruecklos (musica) da parte di un Ente del regime nazista, la Reichstelle für Musikbearbaitungen. Se l’utilizzazione di Wagner e dei Meistersingers ai fini della politica culturale del nazismo a dir poco infastidisce, l’utilizzazione analoga di Lortzing, fa sorridere. Indigna sopratutto una pretesa non politica ma – peggio- estetica, secondo la quale Lortzing, mago del teatro musicale, avrebbeavuto bisogno di essere rielaborato. I reati contro le opere d’arte sono sempre pià abominevoli dell’omicidio e dello stupro…
La trama ideata da Deinhardstein e sostanzialmente seguita da Lortzing (molto diversa dalla variante wagneriana) è vivacissima, e regge magnificamente la scena anche senza la musica. Goethe la apprezzò, e scrisse addirittura un prologo per l’ Hans Sachs di Deinhardstein quando questa commedia ebbe la prima rappresentazione a Berlino il 13 febbraio 1828. Lortzing vide la pièce in un teatro di Detmold. E’ certo, invece, che non poté conoscere il Singspiel Hans Sachs im vorverueckter Alter (Hans Sachs in tarda eta’) di Adalbert Gyrowetz (1763-1850). Esso fu eseguito in concerto a Dresda nel 1834, non fu mai dato in forma scenica, e ne riapparvero a Vienna in concerto alcune parti isolate (1836 – 1837). La partitura, smarrita per decenni, fu ritrovata nel 1903 da Kurt Mey.
Introduzione all’ascolto dell’overture di Hans Sachs di Lotzing.
L’opera inizia con un’overture in Si bemolle maggiore inaugurata da robusti squilli d’ottoni, il cui motivo viene subito abilmente tematizzato. Il tema che ne nasce si assottiglia progressivamente nel timbro, e’ ripreso dagli strumenti, cede il passo a un assolo di clarinetto, e dopo alcune battute piene di amabile tensione, si disegna, su un accelerando, il vero e proprio primo tema. La graduale sostituzione di un discorso formale a blocchi con una discorsività musicale molto fluida e plastica e’ un carattere esteso su tutta l’opera, e di qui in poi alle opere successive; su ciò si fonda la singolare qualità compositiva del Lortzing più maturo: l’affacciarsi di una concezione del durchkomponiert, malgrado la persistenza delle forme tradizionali (dialoghi parlati, numeri chiusi) lasciate in eredità dal Singspiel.
Una registrazione dal vivo, del 2001, utilizza il testo completo della versione del 1845, eseguito dall’ Ochestra Sinfonica e Coro del Teatro Metropolitano di Osnabrück, diretto da TilI Drömann (con Gerald Quinn, Michail Milanov, Kate Radmilovic, Marlene Mild, Ulrich Wand, Mark Hamman, Hans Hermann, Ebrich e Silvio Heil). Il testo e la punteggiatura per questa registrazione è stato raccolto da fonte autografa, da Antje Mueller, Frieder Reininghanus ed Erich Waglechener.
Un’altra registrazione dal vivo dell’ Hans Sachs di Lortzing è disponibile nella versione digitalizzata di una registrazione del 1950 diretta da Max Loy con la Nürnberger Singgemeinschaft e Frankisches Landesorchester (con Karl Schmitt-Walther, Albert Vogler, Max Kohl, Friederike Sailer, Margot Weindl, Karl Mikorey e Richard Woelker). Tale registrazione fu preparata nel 1940, per le celebrazioni del centenario di Hans Sachs e fu fatta in modo che servisse agli interessi della propaganda nazista.
Trama dell’ Hans Sachs di Lortzing.
Atto primo. E’ ambientato nel 1517. Nella sua bottega Sachs riceve la visita dell’imperatore Maximilian I, che in incognito gli trasmette i saluti della Corte.
Traboccante di orgoglio, e di amore per Kunigunde, Sachs riprende il lavoro, portando avanti insieme la stesura di un Lied e la rifinitura di una scarpa.
Arriva Eoban con un paio di calzature da aggiustare; quando i due scoprono di amare la stessa fanciulla e incominciano a litigare.
Kunigunde e Cordula complottano con Görg e Sachs per mettere nel sacco Eoban, che per la posizione sociale eccellente viene prediletto da Steffen come pretendente della figlia. Nominato sindaco, l’orafo bandisce ufficialmente una gara di canto il cui vincitore otterrà la mano di Kunigunde.
Atto secondo. Ha luogo la prova di Eoban e di Sachs, Molto gradita dal popolo, l’improvvisazione patriottica di Sachs viene invece derisa e bocciata dai Maestri Cantori, ed Eoban è proclamato vincitore. Cambia la scena: durante una festa Görg miete applausi con un Lied che spaccia per proprio, ma che ha rubato a Sachs. il foglietto scivolatogli a terra viene raccolto da due arcieri di Maximilian. Scoperto da Steffen a colloquio con Kunigunde, Sachs viene espulso da Norimberga
Atto terzo. Kunigunde è in lacrime; ma Sachs ritorna, dicendo che l’imperatore lo aiuterà, perché vuole premiare l’autore di una poesia anonima da lui ritrovata. L’opera si conclude con il fallimento completo di Eoban, che non riesce a cantare a memoria il Lied non suo; Sachs trionfa e può finalmente sposare Kunigunde.
Dovendo celebrare un evento nazionale importante come l’invenzione di Gutenberg, l’opera di Lortzing cerca inflessioni patriottiche, e colorisce l’ambiente di una pronunciata connotazione folkloristica. Nello stesso tempo pare di avvertire, nelle polemiche di Sachs contro lo schieramento tirannico dei consiglieri, un’eco del latente ribollio politico del Vormarz.
L’ambientazione porta in primo piano la città di Norimberga, divenuta emblema del Rinascimento più idilliaco da quando due suoi illustri visitatori, Tieck e Wackenroder, l’avevano celebrata come patria di Dürer e di Sachs, culla della cultura umanistica, ed erede privilegiata del lascito dello spirito medioevale.
.Hans Sachs non fu ignota a Wagner, che poté cogliere alcuni spunti anche da questo precedente, ben più modesto certamente, ma non mal congegnato. Görg, con le sue ragazzate, non è molto lontano dal David dei Meistersinger, e Cordula è un tipo di chaperon affine a quello delineato da Wagner in Magdalene. L’opera inquadra un tipico spaccato di vita borghese, con ripicche e beffe organizzate. Nella doppia veste di artista e di pretendente, Sachs non è più riottoso, come nel lavoro di Deinhardstein, ma conserva ancora molti spigoli, forse in armonia con la giovane età attribuitagli. Non mancano comunque momenti (come il monologo del primo atto) in cui il personaggio conosce i segni di un’introspezione più matura e riflessiva.
I lavori che hanno influenzato Wagner nel 1845, come l’opera di Lortzing, e gli scritti originali dello stesso Hans Sachs, inneggiavano l’amore per la patria, presente in Wagner nel 1845. Comunque, verso 1861 le sue idee erano maturate, e il lavoro finito diventò piuttosto uno studio estetico e umanistico. Ogni traccia delle precedenti influenze scomparve, e tutto si indirizzò esclusivamente verso l’Arte. Sappiamo che all’epoca della bozza del 1845 Wagner era interessato al Sacro Romano Impero Tedesco, come si chiamò a partire dal quindicesimo secolo. Questi 1000 anni di “Reich”, che ebbero inizio con Carlo Magno nell’ 800, terminarono finalmente il 6 agosto 1806, con Napoleone: l’Impero era da tempo in lento declino, e bastò il soffio di Napoleone per spazzarlo via.
Concludo ricordando che ci sono altri elementi drammatici in comune fra Lortzing e Wagner. Nelle due rispettive opere troviamo una scena dove il canto e’ accompagnato da delle battute ritmiche di un martello, con parole senza un vero senso ma che servono a far rima.
Un’ultima annotazione
Il nazismo e Wagner. Das Judentum in der Musik
Negli anni del nazismo, dopo il 1933, quando il numero di spettacoli di Wagner diminuiva di più di un terzo in Germania, il numero di quelli di Lortzing aumentava drammaticamente. Era l’attrazione rassicurante della Volksoper (tradizione dell’opera leggera coltivata assiduamente dal regime), che si appaiava meglio con quelle rime, e non col mondo schopenhaueriano del dramma musicale wagneriano
Imbarazzante per chiunque ami Wagner, nel 1850 nacque Das Judentum in der Music (L’ebraismo nella musica), dove per ebraismo Wagner intese in senso esteso il culto mercantile della proprietà privata e dell’arricchimento materiale, ostacolo alla qualità dell’Arte, in senso tuttavia non tanto politico (in vista di una rivoluzione politica ed economica in senso marxista), quanto di natura umana, etnica (come denuncia della radicale inferiorità di certi uomini e razze rispetto ad altri).
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Bibliografia
-Dizionario dell’Opera (cura di Piero Gelli) ediz. Baldini & Castaldi, 2006
– Il Teatro d’opera Tedesco (1830-1918) Quirino Principe, Ed L’EPOS.
– La Nuova Enciclopedia della Musica – Garzanti
– Mario Bortolotto: Wagner l’Oscuro, ediz. Adelphi
– James Garratt – Music, Culture and Social Reform in the Age of Wagner – Cambridge University Press
– Hugo Leichtentritt – The Musical Times – Vol 72/N. 1056/feb 1931, pp. 160-161.